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Roche – A fianco del coraggio
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Sgrovigliare una matassa, alla ricerca di un inizio, solo per mettere in ordine, e sei lì accanto a chi ha tra le mani il groviglio, e subito arrivano parole come nodulo e non ne trovi uno, ma tanti di più. Allora che fai, pensi, cerchi, e a quel punto provi. Ma i noduli e meglio toglierli e circoscriverli. Ma senti il peso dell’idea che tutto possa essere compromesso, allora via tutti, e ciò che ci sta intorno, e allora entri ed esci da quelle porte in vetro, prendi il permesso per quelle ore di accompagnamento, in attesa che quei corridoi, che quelle stanze, che le lenzuola che coprono chi ami non abbiano il nome di una clinica stampato. Casa e figlia da tenere fuori da quel dolore, cercando di tirar via polvere e lacrime per prepararti a tornare alla normalità. Seduto in macchina a fare la strada per tornare a casa, non più solo ma con lei accanto, che è lì e tutto sembra normale, ma le scale ti ricordano che non è più cosi, non si corre insieme perché il passo è divenuto più lento. La sera in pigiama a letto attendendo, facendo finta di nulla, e vedere che il suo corpo ha perso la sua simmetria ma ti tuffi tra le pagine di un libro mentre lei ti guarda e fai il distratto per non sommare paure a paure.
I controlli , la cicatrice e poi sentire che nulla è passato che ora c’è la cura ma tu sei fermo a nodulo , carcinoma, e lei ironicamente lo chiama Signor k. “ Può non fare nulla ma un giorno potrebbe pentirsene” allora ti viene da dire solo “io ci sono” .
La rossa, la bianca, le pillole, i lividi, le braccia e poi il passo sempre più lento e quell’irrealtà diviene quotidianità. Gli abbracci la notte abituato a dormire a cucchiaio tenendo quel seno nella mano ma … sposti la mano mentre lei piange “ Tesoro non avevo mai pensato che mi sarei addormentato tenendoti la mano sul culo” sorrisi e ti accorgi che sono la miglior cura.
Quando i capelli cominciano a restare sul cuscino è tempo di un nuovo gioco e, tutti in bagno ci si rasa insieme con la figlia che rasa mamma e papà, per poi trovare un nuovo sorriso in mamma pelatina.
Senti di dover difendere la montagna che giorno dopo giorno si usura e che soffre.
Divenire scudo dai giudizi, dalla pietà dall’ignoranza arrogante e inopportuna, allora giochi ancora , trovi in un Minions la folle somiglianza che ti fa sorridere e continuare a credere che tutto quello un giorno passerà nell’attesa di un lieto fine che tarda ad arrivare. Le sfide da superare non sono quelle che ti aspettavi, l’ottusa realtà che ti definisce inutile perché malato. Difendere chi ami non dal dolore ma dagli altri e perdere ogni giorno di più il controllo. Fino al giorno in cui ti dicono che nel gomitolo ci sono nuovi nodi ma sono più profondi . Ti guardi negli occhi e sai che bisogna solo dire combattiamo, lottiamo non arrenderti. Non ci sarà più spazio per una nuova vita nel tuo ventre e come se la spada di questo Dio malevolo stesse affondando nel profondo dei tuoi sogni. Tante volte ci hai negato la gioia e forse la nostra Aurora è arrivata solo perché eri distratto e non ti sei potuto prendere anche lei. Ma fan c. Noi andremo avanti e sarà d’amore che cresceremo insieme. Staccare il crocifisso dal muro, quel crocifisso preso ad Assisi per ringraziarti di averci fatto incontrare, ora meglio che te ne stai sotto i panni da stirare .
Cura, tutto al passo lento di chi fatica a camminare, e tu sei lì, non più ad accompagnare ma a sostenere.
Scoprendo sempre di più che solo l’amore può farti continuare a camminare, che non hai da difendere nessuno, ma solo proteggere il sentimento che ti lega a lei, e che ti porterà a sistemare quel gomitolo e a tenerlo lì per intessere un futuro meno irreale.