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Roche – A fianco del coraggio
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IL CORAGGIO DI UNA DONNA

Mi ricordo di averla vista per la prima volta qualche anno fa, in sala d'aspetto. Una giovane donna, minuta. Stava seduta un po' in disparte, con un libro in mano.
Entrò una decina di minuti dopo.
“Buongiorno signora” dico dandole la mano.
“Buongiorno dottore” risponde lei stringendomela con fare deciso.
E poi di getto, quasi brusca: “Glielo dico subito così rompiamo l'imbarazzo. Ho un tumore al seno e sto facendo la chemio. Dottore, mi capisca. Cerco di convincere me stessa. Dopo la fase depressiva ora sono nella fase combattiva. Mi drogo di percentuali e statistiche di guarigione e vado avanti”.
“Cosa legge?” le chiedo indicando il libro, tanto per allentare la tensione.
E subito le si illuminano gli occhi, di quella stessa luce che hanno i bambini quando ricevono un regalo.
Mi mostra la copertina del libro e dice: “Dottore glielo consiglio”.
Non so se vi sia mai capitato, ma quando si ha la fortuna di incontrare qualcuno con cui conversare di libri, hai la sensazione che quella giornata sia stata una giornata spesa bene.
Di sicuro ho visto sciogliersi la tensione nel volto della giovane donna.
Ringrazio dicendole che lo avrei letto e ne avremmo parlato la prossima volta.
Mi saluta e va via.

“Buongiorno signora, come si sente oggi?”
“Felice. Ho portato mio figlio in gita. Mi sono stancata, ma ne valeva la pena. Lo avevo un po' trascurato ma vederlo sorridere ha azzerato tutta la fatica”.
E poi lascia cadere una frase: “Lui ha solo me”.
Ammetto che lo stavo solo pensando quando lei mi guarda negli occhi e fa: “Il padre, vero? Quello è scappato appena è esplosa la malattia. Dice che non se la sentiva…”
“Capisce dottore? Lui! Lui non se la sentiva!”.
Non ho detto nulla perché nulla c'era da dire.
Ma per un attimo, per un piccolissimo attimo, ho provato imbarazzo.
Lei se ne accorge: “No, dottore. Lasci perdere. Non ne vale la pena.” mi dice scrollando le spalle.
“Noi donne abbiamo la testa dura. Siamo come l'Araba Fenice, rinasciamo sempre dalle nostre ceneri”.
E sorride, di quel sorriso che hanno le donne quando decidono di prendere di petto la vita. E come se nulla fosse, fa:
“A proposito viene a vedermi recitare sabato sera?”
Eccolo il coraggio e la forza di una donna.
E io penso a quanta vita c'è in questo essere minuto e a quanto piccole mi paiono adesso le mie fatiche quotidiane mentre una valanga di emozioni mi sommerge.
Avrei voluto abbracciarla. Avrei dovuto abbracciarla. Ma non l'ho fatto. Forse per pudore ma non l'ho fatto.

Occhi gonfi.
Oggi giornata no penso quando la vedo entrare.
“Dottore non ce la faccio, non ho più voglia. Ieri sono rimasta tutta la giornata a letto. Perché è successo proprio a me?”
Sapevo che sarebbe arrivato questo momento, me lo aveva confidato con timore tempo prima. “Non sono pronta” mi diceva. “Non sono ancora pronta.”
E chi lo è...
Nessuno dovrebbe mai essere pronto per quel tipo di viaggio.

“Dottore la disturbo?” mi dice una mattina al telefono.
“Devo fare un ciclo di chemio nelle vacanze di Natale, so che siete in ferie ma potrebbe trovare un minuto per visitarmi?”
Aveva la voce stanca. Non era un buon segno.
“Ma certo. Mi dica lei quando le viene comodo e io troverò il tempo”.
“Grazie dottore, ci contavo. Adesso vedo di rimettermi un po' e poi la richiamo. Ah dottore, se ce la faccio vorrei anche andare al cinema”.
Ha tossito ed ha riattaccato.

Non ha più richiamato.
Chissà se qualcuno lassù avrà esaudito il suo ultimo desiderio.

Domani andrò in libreria. Comprerò un libro, mi siederò e penserò a questa giovane donna. Sono sicuro che da lì il mio bacio e la mia carezza le arriveranno prima.