Torna alle storie
Roche – A fianco del coraggio
Voti totali:
LA NOSTRA STORIA

Stavamo salendo un sentiero in montagna in compagnia di amici, quando Anna si attarda e a
bassa voce mi dice : “Fede sento in un seno qualcosa di strano”.
Da lì sono cominciati i controlli, gli esami, le visite fino alla decisione che bisognava
intervenire appena possibile.
Il tumore era abbastanza esteso, il consiglio della dottoressa era di fare la mastectomia.
Una di quelle sere Anna mi viene vicino e con gli occhi umidi mi dice : " cosa ne sarà di noi,
dei nostri figli ? "
"Anna, le dico, non possiamo cambiare la realtà, dobbiamo accettarla e fare tutto il possibile per volgerla
al meglio”.
I nostri figli avevano 7 anni Giorgio e 11 Nadia .
In uno dei momenti di sconforto Anna esprime, rivolta al Cielo, un desiderio :
" permettimi di far crescere i miei figli, altro non chiedo"
Il tumore non è di quelli aggressivi anche se occorrerà fare un lungo ciclo di chemio.
Segue la caduta dei capelli con il ricorso alla parrucca.
Arriva l'estate, facciamo una vacanza in Sardegna , intanto i capelli
erano ricresciuti, si può togliere la parrucca.
Questa vacanza ci è rimasta nel cuore, è stato un momento di liberazione.
Inoltre abbiamo incontrato un contadino sardo con il quale abbiamo scambiato qualche
confidenza e lui ci ha regalato un piccolo mazzo di elicriso dicendoci :
" teneteli presso di voi, nella nostra tradizione questo fiore protegge la salute " .
Quei fiori sono ancora adesso in una ciotola in camera nostra vicino al letto e quando li
spostiamo emanano un leggero profumo.
Passano gli anni scanditi dalle visite, dai controlli e dalle piccole ansie che ognuno di questi
appuntamenti comportava.
Dopo 11 anni dal primo intervento, quando pensavamo di essere al sicuro, Anna avverte
un nodulo all'altro seno.
Ritornano i fantasmi del passato, la biopsia conferma la necessità di intervenire
chirurgicamente con una quadrantectomia.
Fortunatamente il tumore è nella fase iniziale, è sufficiente un ciclo pur lungo di radioterapia.
Avevamo imparato a convivere con questa situazione di precarietà e molto ci ha aiutato a
superarla il fatto che i nostri figli avevano fatto famiglia e ci donavano uno dopo l'altro 7
nipotini.
Ormai sono trascorsi 20 anni dall'ultimo intervento, un fastidio al seno ci richiama di nuovo alla realtà.
Soliti esami, solita sentenza, bisogna per la terza volta intervenire,
Arriva la pandemia, stiamo un anno e mezzo bloccati in casa.
Finalmente ai primi di giugno si può lasciare Milano ed andiamo in una casa di campagna in
mezzo alle colline della Valcuvia.
Sono mesi bellissimi, camminate in mezzo al verde, qualche gita in collina, puntate al lago
Ci eravamo tanto innamorati di questi luoghi che a dicembre eravamo ancora lì.
Notavo che quando c’era una piccola salita, il respiro di Anna si faceva affannoso.
Abbiamo deciso di tornare a Milano per una visita dal cardiologo.
Non era il cuore, c'era del liquido nei polmoni dovuto alla ripresa del tumore.
Con il passare del tempo Anna si è resa conto di quale sarebbe stato il suo futuro prossimo,
non si è persa d'animo, ha continuato a curare la sua persona, il suo abbigliamento, la sua
interiorità con letture, riflessioni e curando i rapporti con le persone care.
Ci sono stati momenti di sconforto, ma Anna ha sempre avuto presente l'invocazione al Cielo
di tanti anni prima e pensando ai figli e agli adorati nipoti, dei quali andava molto orgogliosa,
mi ripeteva : " Fede come siamo fortunati, cosa vogliamo di più dalla vita ".
Ha speso le sue ultime energie per aprire gli occhi e salutare con un leggero cenno della
mano i suoi nipoti.
Poi se ne è andata tranquilla.