Raccontare questi momenti forti non è facile.
La parola tumore è così tanto diffusa, ma poco conosciuta.
Non si parla degli attimi in cui la persona cara scopre che qualcosa nel suo corpo è cambiato.
Io le ho detto mesi fa che sentivo un pallino nel suo seno.
Insiste col medico per fare una semplice mammografia.
Degli esami diagnostici dolorosi dove le sparano una pistola nel seno e sente un dolore atroce non riesce quasi a rialzarsi.
Perché non le hanno fatto una anestesia.
Le sto vicino, ma nel momento della diagnosi crollo.
Ti senti perso,non sai cosa fare, dove andare.
E parte la corsa per trovare la soluzione migliore. La cura migliore e meno invasiva.
Bologna..Milano..Verona
Ti informi,leggi,trovi notizie di cure miracolose.
Scrivi una email in America dove una paziente con una cura sperimentale è guarita. Ti rispondono che la cura è solo per i residenti americani.
Sai che hai fretta, il tumore cresce.
Ti affidi ad una equipe di Verona.
Il giorno dell'operazione in macchina ad un certo punto uscito dall'autostrada sono scoppiato a piangere. Singhiozzi interminabili.
Lei mi dice di fermarmi.
Si mette lei a guidare, proprio lei che a poche ore di distanza sarà sotto i ferri.
La lotta non è finita.
Ti chiamano per un'altra operazione, ma lei non risponde nemmeno al telefono. Non vuole più sentire parlare di ospedali,di esami, di niente.
Non vuole usurpare ancora il proprio corpo.
Lei che non riesce più a guardare la sua parte di corpo che è cambiata.
A Venezia le propongo una doccia insieme, lei si vergogna. Ma la fa comunque girando il corpo.
La sua femminilità è sparita.
Io la voglio far sentire come se fosse tutto come prima. In Vespa guida lei e io simpaticamente le metto le mani su entrambi i seni,anche su quello rifatto.
Lei ride,è felice.
Dopo l'operazione arriva la cura oncologica.
Con la cura non può avere figli.
Il sogno di averne viene accantonato.
Si entra in questa bolla temporale sospesa in cui non sai nulla.
Non sai cosa aspettarti. Cosa succederà.
Le iniziano i dolori dal momento del risveglio fino al momento del sonno.
Quando finirà tutto questo.
Chiede aiuto per alleviare i dolori.
I controlli, gli esami di controllo.
Tutto procede,ma la sua vita non è più la stessa.
Le serve un supporto psicologico.
Perché l'impatto con la malattia ha lasciato in lei dei problemi.
Delle forti ansie, delle difficoltà.
Perché la cura ha diversi effetti collaterali. E lei ci deve convivere.
Perché la cura sarà lunga.
Si deve abituare.
Mi dice "come si fa ad abituarti ad un corpo e mente che non è più lo stesso?
Però lei è viva.
È una battaglia, ma non è ancora finita.
E chissà quando finirà.
Intanto dallo stress la sua stessa identità è cambiata. Le sue reazioni sono cambiate.
È diventata come una pentola a pressione che sta per scoppiare.
Tutta la sua voglia di vivere, tutti i suoi sogni e speranze dove sono finiti.
Ma lei è forte e non vuole arrendersi.
E io le sto a fianco.
Sempre